Quali sono le cose da vedere a Noto? Un facile elenco indispensabile.
1)La cattedrale di Noto dedicata a S. Nicolò
Rientra ovviamente tra le prime cose da vedere a Noto appena arrivati. E’ uno dei gioielli del tardo barocco siciliano del 1700. Edificata dopo lo spostamento della città dall’antico sito di Noto Antica ( Netum) al colle Meti ha subito ferite lungo i secoli e l’ultima ricostruzione risale al 2007 dal 1997 dopo il rovinoso crollo del 1996 della cupola e del tetto. Monumento simbolo del Barocco siciliano è meta di pellegrinaggi di fedeli devoti al Santo patrono S. Corrado Confalonieri che dal Nord-Italia emigrò a Noto alla ricerca della felicità eremitica che la fede in Dio gli poteva offrire. Amanti dell’arte e studiosi la ritengono l’esempio più bello del barocco più sobrio. Per saperne di più il sito della diocesi.
2)L’eremo di S. Corrado Fuori le mura
Dedicato a Corrado Confalonieri da Piacenza Patrono della Città di Noto è posto a circa 7 km dal centro storico dalla città con la sua cattedrale barocca. Consta di grotte ove S. Corrado e i suoi confratelli eremiti trovarono riparo e un suggestivo santuario del 1800 oggi ne accoglie e protegge le impronte e le offre ai tanti visitatori che si raccolgono in preghiera. La memoria del santo Corrado è molto viva ancora oggi e le sue opere di misericordia si tramandano da secoli come esempio di amore e giustizia. Si narra che la sua conversione prese inizio dal pentimento per aver fatto incriminare ingiustamente un contadino per un grande incendio di cui era stato lui il responsabile….
3) Palazzo Nicolaci dei Principi di Villadorata
Insieme alla Cattedrale Barocca di Noto è l’altro emblema di questo stile architettonico che si diffuse in Sicilia per tutto il 1700. Le meravigliose cariatidi che ornano le lussureggianti balconate del palazzo raffiguranti espressioni umane, cavalli e leoni sospesi sono tra le cose da vedere a Noto che attraggono amanti delle arti e del bello di ogni luogo ed epoca. Si è attratti dalla bellezza e dalla suggestione di intensa sobrietà artistica. Gli interni da visitare nascondono le atmosfere della Noto opulenta di un tempo. Altri riferimenti su Wikipedia.
4)La città di Noto Antica
Conserva i resti di quella che fu una potenza economico-religiosa siciliana fino al 1700 e che diede il nome al Vallo di Noto ( oggi Val di Noto). Distrutta da un terremoto nel 1693 che fece trasferire la popolazione a circa 12 km più a valle ( Colle Meti). Oggi è un luogo che trasmette un misto di memorie del ricco passato e senso del limite umano. Il silenzio che avvolge i luoghi da visitare con rispettoso silenzio è la miglior guida per un tuffo nella Netum che diede il nome a tutta la Sicilia sud-orientale. Ultimamente un progetto delle Università di Catania e di Palermo e una startup cerca di valorizzare l’esperienza del visitatore, ad oggi troppo trascurata.
5)Quartiere Agliastrello:
Tra le cose da vedere a Noto però inseriamo qualcosa di poco noto, anche agli stessi netini. E’ il simbolo dell’ “Altra Noto” . La città Barocca era fatta di famiglie nobiliari, si, ma anche di chi la città la costruì con le sue braccia: le maestranze popolari vivevano in questo grazioso quartiere ad ovest dell’atro posto ad est denominato “Mannarazze”. Piccole case vicine, pochi vani sinuosi cortili e un’ umanità semplice, gente verace. Oggi il quartiere con le sue case ristrutturate accoglie tanti stranieri che hanno scelto di porre la loro residenza primaverile-estiva proprio per la atmosfera popolare che vi si respira . Un giro tra i vicoli dell’Agliastrello non può mancare
6) L’archivio di Stato di Siracusa Sezione di Noto
Se leggere questo luogo tra le cose da vedere a Noto vi rende perplessi vi ricrederete. E’ un luogo magico. Entrarvi è come fare un tuffo nel passato. Regala l’emozione di vedere, come fossero scritti oggi, i documenti conservati che narrano la vita e le vicissitudini dei netini, degli abitanti della “Città Ingegnosa” intorno al 1500-1700. Preziosi volumi raccolgono manoscritti con accordi, atti di vendita, consuetudini in voga all’epoca, e scelte politiche che influenzarono il futuro di Noto e non solo. La gentilezza del personale dell’Archivio storico di Noto fa da cornice ed accompagna in questo viaggio nel tempo. E tutto gratis! Per sapere gli orari di apertura rimandiamo al sito ufficiale.
7)Il Museo Civico di Noto
Corso Vitt. Emanuele, 149 il Museo civico di Noto è composto da due sezioni: la prima, archeologica, raggruppa reperti ritrovati negli scavi dell’ antico sito di Noto ma anche dell’antica cittadela greca di Eloro oggi purtroppo preda di sciacallaggio archeologico; l’altra, artistica, è di fatto la Galleria d’arte contemporanea E.E. Pirrone, realizzata grazie alla donazione delle opere dello scultore Giuseppe Pirrone, riconosciuto artisticamente a livello nazionale. Si possono ammirare sculture a tutto tondo, rilievi e medaglie prodotte in vari materiali che vanno dalla terracotta all’oro.
8) Vendìcari, Cittadella dei Maccari ed il tempio greco di S. Lorenzo Vecchio
Percorrenza itinerario km.15. Durata della visita 3 ore. Riserva Naturale sin dal 1984. E’ una meravigliosa oasi faunistica e avicola, per uccelli migratori. Si possono ammirare molteplici esemplari di animali, come i fenicotteri, gli aironi, i cavalieri d’Italia, i gabbiani, le cicogne, ma anche i pettirossi, i corvi, le tortore, ecc. Nell’oasi vivono anche volpi, lepri, conigli e ghiri. Germogliano la palma nana, il finocchio di mare, il rosmarino, la ginestra, l’oleandro, il mirto e il gelso. La ricchezza faunistica e botanica da 18 anni ha posto l’area in un vasto programma di studi da parte di esperti delle Università di Catania e di Messina. Consigliamo la visita al sito riserva-vendicari.it (non istituzionale) che raccoglie molte foto e descrizioni dettagliati delle meraviglie che si trovano all’interno della Riserva.
10) La Villa Romana del Tellaro
Poco distante dalla suddetta Vendìcari, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali (forse appartenuta ad un latifondista o ad un senatore romano). Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e d’Italia. Sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. fu distrutta da un incendio, com’è stato possibile arguire dall’esame delle assise di base del fabbricato ottocentesco. Per effettuare una visita consultare le indicazioni di apertura sul sito della Villa Romana