Un 2021 in crescendo per il giovane videomaker di Noto (SR) Roberto Celestri, solo 21 anni di età ma con già all’attivo numerose importanti collaborazioni ed esperienze artistiche. Proprio in questi giorni sono usciti i videoclip di “Puma” e “Come le rockstar”, canzoni rispettivamente di Raffaele e Giulia Molino, entrambi artisti del celebre talent Amici di Maria De Filippi, il primo nell’edizione 2020 e la seconda nel 2019. Videoclip già in giro sui canali social dei due artisti, che arricchiscono il curriculum del giovane videomaker, protagonista quest’anno di un percorso molto speciale. Ha cominciato collaborando con Michelangelo Vizzini, firmando il videoclip di “Così Forte” e dando vita, da regista, ad uno spot contro il bullismo per Bullistop. Ad aprile ha collaborato con l’influencer Giorgia Malerba, con il videoclip “Il mio riflesso”, uscito per Universal Music Italia. Ha raccontato anche la sua Noto, realizzando il documentario sul concerto di Andrea Bocelli del 2020 e la clip ufficiale dell’Infiorata 2021, partecipando alla realizzazione dello spot sulla mostra “Mitoraj è Noto a Piazza Armerina”, uscito in estate. A questo si aggiunge una forte e costante attività su Instagram, con una lunga serie di reel con migliaia di visualizzazioni e dedicati a Roma e a Noto. E sempre nel 2021 ha lanciato il format podcast con Salotto Siciliano, trasmissione con a turno un ospite importante (da Corrado Assenza a Marco Baglieri), organizzando la prima edizione di Lol in chiave netina.

Per immergervi nella sua poesia visitate la sua pagina Instagram!

Il maestro Ennio Morricone, lo scorso dicembre, tramite il sito ufficiale ha annunciato  l’ultima serie di concerti del suo tour. Sugli eventi Facebook delle tappe del tour un enorme successo. Altrettanti fake.

Ennio Morricone: The Final Concerts.

La leggenda vivente ha festeggiato il mese scorso il suo 90° compleanno. Per questo il maestro Ennio Morricone ha annunciato un tour di concerti definiti “finali”, per i mesi di Maggio e Giugno. Come si può leggere sul suo sito ufficiale riguardano l’Arena di Verona e le Terme di Caracalla di Roma. Null’altro. Prezzi incredibili sul sito più famoso di booking online.

Tante speranze per Siracusa su Facebook.

Più di mille le manifestazioni di interesse su un certo evento Facebook che vede il coinvolgimento del maestro Ennio Morricone in una tanto magnifica quanto fantomatica tappa a Siracusa nello spettacolare teatro greco. Lo ammetto: anche io, inizialmente preso dall’entusiasmo di vedere il mitico maestro Ennio Morricone nella magnifica cornice del teatro greco di Siracusa, ho messo “Mi interessa” all’evento Facebook.
Ma leggendo i vari commenti, cliccando sul link per acquistare i biglietti ho capito subito che qualcosa non andava.

All-you-can-ear al Teatro greco di Siracusa.

Evento Ludovico Einaudi a Siracusa
ALL-YOU-CAN-EAR! Potremo ascoltare non solo Ennio Morricone. Infatti il 25 luglio al teatro greco di Siracusa si esibiranno tanti altri artisti di spessore mondiale. “Stessa storia, stesso posto, stesso bar” ironizza un utente sull’evento. Si, perchè gli eventi postati si riferiscono sempre al teatro greco di Siracusa, ma anche alla stessa ora. Anche la pagina che ha creato questi eventi è sempre la stessa. Ciò che cambia sono gli artisti: Ludovico Einaudi, Laura Pausini e chissà chi altro spunterà nei prossimi giorni.

Quali intenzioni si celano dietro la creazione di questi eventi fake non ci è dato sapere. Vana gloria o becera pubblicità? Non ci è dato saperlo. L’importante è stare sempre con gli occhi aperti e non cadere a facili truffe su internet. Come per le fake news vale la stessa regola: controllare la fonte infinite volte.
Se poi, il maestro Ennio Morricone dovesse DAVVERO decidere di esibirsi nello spettacolare teatro greco di Siracusa fatemelo sapere!
Intanto mi godo il paesaggio locale.

Ci siamo quasi: l’Infiorata si avviCina

Il programma dell’infiorata 2018 è pronto da tempo. Chi ci segue sa che non stiamo più nella pelle. Ogni anno è la stessa storia! L’infiorata di Noto è fondamentale sotto molti punti di vista. E’ quell’evento che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Una festa che scrosta via la patina lasciata dall’inverno sulla pietra del barocco di Noto. E’ un vento fresco che ringiovanisce tutto e tutti. E’ la festa delle feste. Il contesto è dei migliori.

Infiorata 2018 di Noto

Chi ha avuto l’occasione di partecipare sa che non esagero.
Per chi non sapesse, invece, di cosa si tratta l’Infiorata è una manifestazione artistica che si svolge come a Noto, in altre vie di altre città italiane e non solo. L’Infiorata di Noto 2018, è la 39esima edizione e vede la Cina e la sua cultura nei panni di musa ispiratrice. E’ prevista la presenza dell’ambasciatore cinese in Italia, Li Ruiyu, che andrà a inaugurare anche Casa Cina, realizzata in Sala Gagliardi. Inizia Venerdì 18 maggio, con i ragazzi di varie associazioni di infioratori e del Liceo Artistico che iniziano a ricoprire scrupolosamente via Nicolaci. Quest’anno l’organizzazione ha avuto il tocco professionale dell’Università Kore di Enna e dell’Istituto Confucio di Enna. Staremo a vedere!

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Via Corrado Nicolaci è la via che fa da cornice all’infiorata. ln alto domina la Chiesa di Montevergini che si contrappone al palazzo del Principe Nicolaci, con i suoi balconi definiti da molti i più belli del mondo.

Infiorata 2018 di Noto di giorno

La vera festa si svolge per soli tre giorni: venerdì, sabato e domenica. Un weekend di fuoco. Ma la città ha bisogno di questa festa e si nota sia dal programma dell’Infiorata 2018 sia dal fervore che inizia a crescere già due settimane prima l’evento. Sbandieratori e personaggi in costume per le vie del centro si preparano al Corteo Barocco.

Per l’occasione l’intera città mostra la sua (rara) voglia creativa. Vengono aperti al pubblico i magnifici palazzi ottocenteschi e i loro cortili. All’interno vengono allestite mostre ed esposizioni. Insomma un’ Art Week a tutti gli effetti, un Fuorisalone a Noto. Non solo fiori dunque.

Il sito dell’evento e il programma dell’Infiorata 2018 di Noto. Disponibili le navette comunali. Per altre informazioni non esitate a contattarci!

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Cavagrande è la madre delle cave del Val di Noto. Ma non è l’unica.

Laghetti di Cava Grande del Cassibile - Val di Noto

Oggi pochi conoscono tra le sue bellezze del Caldo Noto gli stupendi canyons denominati localmente “cave”. Nulla a che vedere con le cave di estrazione della pietra. Sono invece luoghi di meraviglia e poco citati nelle guide turistiche. Queste si limitano alla Cava Grande del Cassibile. Famosa per i suoi freschi e limpidi laghetti. E invece oltre a Cava Grande che e’ la più maestosa (circa 350 metri di profondità dall’ altopiano di punto Croce col suo belvedere) ce ne sono tante altre. A nostro avviso anche più belle.

Se ne contano ben 360 circa sugli Iblei e una più bella dell’altra.

•Cava Carosello

Cava Carosello

A Noto Antica con le sue magnifiche concerie risalenti all’anno mille e alcuni freschissimi e lussureggianti laghetti naturali.


•Cava Baulì

Cava Baulì

Con le sue costruzioni preistoriche risalenti all’era del bronzo scavate nella roccia e dagli arabi chiamate Dieri.


•Cava Petrosino

Cava Pantalica

Con la sua ricca necropoli preistorica con 5000 tombe a grotticella ( la più grande necropoli d’Europa). Freschi laghetti torrenziali vi accoglieranno tra una passeggiata e l’altra.


Cava della Signora in c.da Castelluccio

Che ospita la più antica necropoli censita in Sicilia ( 1500 A.C.).

L’elenco delle cave del val di Noto potrebbe continuare ancora a lungo e non basterebbe una settimana per visitarle tutte. L’elemento comune che rende unici questi luoghi e caratterizzano così profondamente il paesaggio del val di Noto e’ la ricca e lussureggiante vegetazione con le sue fresche acque dei torrenti che le hanno scavate nei millenni e hanno formato i fantastici laghetti molto frequentati in estate. Sono oasi di bellezza rara in tutta Italia e rinvenibili in Sicilia solo nella parte sud-orientale.

Chi le visita per la prima volta resta estasiato e ne vuol vedere ancora. Ma come fare a scoprirle? Varie Associazioni locali mettono a tua disposizione le conoscenze dei loro esperti ed organizzano appuntamenti ad hoc per farle conoscere ed apprezzare:

Sicilia in cammino con Nanni Di Falco (3391864779) oppure il consorzio siciliano Le Galline Felici  con Paolo Costa (3406738926) sono solo alcuni esempi di Enti privati da contattare se si vuol scoprire le cave siciliane dei territori del val di Noto.

Oppure se vorrete ospiti del nostro Agriturismo a Noto, potremmo organizzarci e andare insieme, per esempio, a Cava Paradiso, vicina alla nostra azienda, o farvi conoscere il caro Beppe Adernò (3282073675), grande conoscitore di questi luoghi che vi potrà far esplorare a fondo qualunque angolo del val di Noto vogliate.

Piatto tipico della cucina siciliana

Una mattina vi alzate presto, fate una buona colazione magari con una granita, e andate al mare. Verso le 12 una voglia vi farà perdere la testa. Fame e voglia di mare. Allora che fare? Cercate del cibo siciliano, un ristorante di cucina siciliana last minute magari pieno e pronto a spennarvi. Oppure intraprendete una ricerca del miglior ristorantino sconosciuto? Ottima idea. Ma la soluzione che che vi proponiamo oggi è forse più semplice alternativa per mangiare in Sicilia all’ultimo minuto senza rischiare di perdere il portafoglio. Anche perchè, è vero che in Sicilia tutto costa “poco”, ma negli ultimi anni i prezzi sono lievitati assieme al volume di turisti che girano per l’isola. Allora ecco come fare gli spaghetti gambero rosso e pistacchio.

Mangiare in Sicilia è un rito (quasi) religioso.

Pronti via.  Trovare una pescheria in una zona di mare è come cercare un semaforo a Milano. Per preparare gli spaghetti al gambero rosso serve un’ottima pescheria. Una volta trovata compriamo il nostro super mitico Gambero rosso  per preparare i nostri spaghetti al gambero rosso. Il prezzo al chilo alto è già una garanzia della qualità. Ma se volete la prova del 9 chiedete ad un esperto di cibo siciliano: fatelo assaggiare crudo al pescivendolo. Si crudo: il gambero rosso va mangiato crudo. Siete liberi di fare come volete, ma fidatevi che una volta assaggiato crudo, anche titubanti, non tornete più indietro. Per due persone bastano 10 gamberi.

Speghetti gambero rosso e pistacchio.

Cosa manca? Spaghetti. Dei buoni spaghetti. E la granella di pistacchio, preferibilmente di Bronte se vogliamo davvero un piatto tipico. Rapida tabella con ingredienti e quantità per due persone.

Spaghetti130 g
Gambero rosso500 g
Pistacchi sgusciati20 g
Olio extravergine di oliva10 g
Fecola di patate5 g


Iniziamo a pulire i gamberi. Togliamogli le teste e mettiamoli a bollire con un po’ d’acqua.

A fuoco lento finchè non si sarà dimezzata l’acqua e non avrà assunto il tipico colore rosso.

Aggiungere allora la fecola di patate o, se proprio non l’avete in casa basta della semplice farina, che la rende più asciutta e cremosa. A questo punto vi suggeriamo di aggiungere dei pomodorini di Pachino o al naturale o già a passata, e a vostra scelta un pezzo d’aglio che poi vi consigliamo vivamente di toglierlo prima di servire.

Nel frattempo avrete messo a bollire l’acqua e a cuocere gli spaghetti.

Preparate la granella di pistacchio da aggiungere alla salsa di gambero rosso e da spargere sopra la gli spaghetti gambero rosso una volta serviti. Esiste ovviamente già grattuggiata, ma potete optare anche per i semplici pistacchi da sgusciare e pestare.

Spaghetti gambero rosso e pistacchio

Aggiungete i gamberi crudi puliti(quindi via l’intestino tagliando il dorso), la granella di pistacchio, la salsa di gambero rosso. Via l’aglio! Ed è pronta da mangiare. Un piatto semplice, veloce, ma super gustoso.  Senza troppe pretese vi ritroverete una festa lussuosa che vi accarezza il palato ad ogni forchettata, grazie al gusto delicato del gambero rosso crudo e fresco che incontra il pistacchio.

Cerchi un ristorante per un piatto tipico con sano cibo siciliano?

Ecco dove puoi trovare la cucina siciliana che stai cercando!

La mini guida di Terra di Pace.

Il titolo è volontariamente fuorviante. Come si può scegliere tra Sicilia orientale e la Sicilia occidentale? La Sicilia è una terra troppo vasta. Ogni suo metro quadro e ricco di storia e cultura che rende difficile rispondere alla domanda Sicilia orientale o Sicilia occidentale.
In ogni caso tenteremo di descrivere la Sicilia orientale e Sicilia occidentale per aiutarti a capire come orientare e programmare il tuo viaggio in Sicilia.

In ogni caso, devi sapere sin da subito, che il periodo migliore per visitare o la Sicilia orientale o Sicilia occidentale è quello prima e dopo i mesi troppo affollati di Luglio e Agosto.  Questo lo sanno bene anche le compagnie aeree che portano alle stelle le tariffe dei voli per la Sicilia. Il nostro consiglio quindi è quello di scegliere la media stagione per viaggiare in Sicilia.

Evidenziamo subito le prime differenze tra Sicilia orientale e occidentale.

LA VEGETAZIONE.

L’immagine tipica che viene in mente è quella della Sicilia arida e secca. Ma come detto all’inizio non si può classificare così velocemente questa terra così grande. L’immaginario collettivo è dettato dalle narrazioni storiche e recenti molto spesso ambientate ad ovest. Si può scegliere quindi di visitare i paesaggi tipici della Sicilia orientale, come quelli che fanno da sfondo alla valle dei templi ad Agrigento. Ci sono però luoghi ben più diversi da quelli visti nei film ambientati in Sicilia e quindi meno conosciuti. I freschi laghetti della Riserva Naturale di Cavagrande ne sono il perfetto esempio. O il paesaggio umido dei pantani della riserva orientata di Vendicari.

LA STORIA.

Le culture che hanno attraversato la Sicilia sono stati tanti. Quasi tutti hanno lasciato traccia della loro cultura. Se vuoi osservare il passaggio degli arabi in Sicilia vai nella costa ovest. Costellata di gioielli arabi come la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, splendido tempio cristiano di origine araba, potrai vivere le bellissime le cerimonie greco-ortodosse. Se vuoi vedere la Sicilia di “Dolce e Gabbana” stai cercando il barocco Siciliano. Non si può non sottolineare le città di Modica e di Noto, capitale del barocco siciliano: distrutte nel terremoto del 1693 e quindi unici esempi di ricostruzione totale in questo stile.

IL CIBO.

Cosa mangiare in Sicilia? Bene, anche questo è un argomento difficile. Meriterebbe un articolo tutto per se, e per non perdertelo seguici su facebook. Il cibo siciliano va a braccetto con la sua storia. Ad ovest puoi assaggiare il cous cous, tipico del trapanese e dovuto all’influenza araba. Dall’altra parte puoi assaggiare tutti i prodotti derivati dal frutto caratteristico dell’isola, la mandorla siciliana, (una fresca granita alla mandorla?) specialmente la mandorla pizzuta di Avola e  Noto. Visto che ci siamo non puoi perderti un sorso di vino Nero d’Avola, accompagnando una pasta alla norma (melanzane, ricotta salata e pomodorino Pachino). E già che siamo a Pachino, un salto a Portopalo di Capopassero per assaggiare del buon pesce fresco? Allora risaliamo verso Catania e cerca il pistacchio di Bronte. Stiamo dimenticando qualcosa? Sicuramente tanto, ma soprattutto l’arancino o arancina.

Arancino o Arancina? Come vedi le differenze tra Sicilia orientale e Sicilia occidentale sono tante. Nascoste nei bellissimi dettagli che rendono questa terra il luogo/non luogo disperso nella storia. Spinse addirittura Goethe a dire che “l’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto […]. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.”
Leggi il prossimo articolo sulle 10 cose da vedere a Noto. Si parla si Sicilia orientale, ma fuori dal già detto. Non smettere di seguirci. Se hai in programma un viaggio in Sicilia orientale vieni a trovarci

Quali sono le cose da vedere a Noto? Un facile elenco indispensabile.

1)La cattedrale di Noto dedicata a S. Nicolò

Rientra ovviamente tra le prime cose da vedere a Noto appena arrivati. E’ uno dei gioielli del tardo barocco siciliano del 1700. Edificata dopo lo spostamento della città dall’antico sito di Noto Antica ( Netum) al colle Meti ha subito ferite lungo i secoli e l’ultima ricostruzione risale al 2007 dal 1997 dopo il rovinoso crollo del 1996 della cupola e del tetto. Monumento simbolo del Barocco siciliano è meta di pellegrinaggi di fedeli devoti al Santo patrono S. Corrado Confalonieri che dal Nord-Italia emigrò a Noto alla ricerca della felicità eremitica che la fede in Dio gli poteva offrire. Amanti dell’arte e studiosi la ritengono l’esempio più bello del barocco più sobrio. Per saperne di più il sito della diocesi.

2)L’eremo di S. Corrado Fuori le mura

Dedicato a Corrado Confalonieri da Piacenza Patrono della Città di Noto è posto a circa 7 km dal centro storico dalla città con la sua cattedrale barocca. Consta di grotte ove S. Corrado e i suoi confratelli eremiti trovarono riparo e un suggestivo santuario del 1800 oggi ne accoglie e protegge le impronte e le offre ai tanti visitatori che si raccolgono in preghiera. La memoria del santo Corrado è molto viva ancora oggi e le sue opere di misericordia si tramandano da secoli come esempio di amore e giustizia. Si narra che la sua conversione prese inizio dal pentimento per aver fatto incriminare ingiustamente un contadino per un grande incendio di cui era stato lui il responsabile….

3) Palazzo Nicolaci dei Principi di Villadorata

Insieme alla Cattedrale Barocca di Noto è l’altro emblema di questo stile architettonico che si diffuse in Sicilia per tutto il 1700. Le meravigliose cariatidi che ornano le lussureggianti balconate del palazzo raffiguranti espressioni umane, cavalli e leoni sospesi sono tra le cose da vedere a Noto che attraggono amanti delle arti e del bello di ogni  luogo ed epoca. Si è attratti dalla bellezza e dalla suggestione di intensa sobrietà artistica. Gli interni da visitare nascondono le atmosfere della Noto opulenta di un tempo. Altri riferimenti su Wikipedia.

4)La città di Noto Antica

Conserva i resti di quella che fu una potenza economico-religiosa siciliana fino al 1700 e che diede il nome al Vallo di Noto ( oggi Val di Noto). Distrutta da un terremoto nel 1693 che fece trasferire la popolazione a circa 12 km più a valle ( Colle Meti). Oggi è un luogo che trasmette un misto di memorie del ricco passato e senso del limite umano. Il silenzio che avvolge i luoghi da visitare con rispettoso silenzio è la miglior guida per un tuffo nella Netum che diede il nome a tutta la Sicilia sud-orientale. Ultimamente un progetto delle Università di Catania e di Palermo e una startup  cerca di valorizzare l’esperienza del visitatore, ad oggi troppo trascurata.

5)Quartiere Agliastrello:

Tra le cose da vedere a Noto però inseriamo qualcosa di poco noto, anche agli stessi netini. E’ il simbolo dell’ “Altra Noto” . La città Barocca era fatta di famiglie nobiliari, si, ma anche di chi la città la costruì con le sue braccia: le maestranze popolari vivevano in questo grazioso quartiere ad ovest dell’atro posto ad est denominato “Mannarazze”. Piccole case vicine, pochi vani sinuosi cortili e un’ umanità semplice, gente verace. Oggi il quartiere con le sue case ristrutturate accoglie tanti stranieri che hanno scelto di porre la loro residenza primaverile-estiva proprio per la atmosfera popolare che vi si respira . Un giro tra i vicoli dell’Agliastrello non può mancare

6) L’archivio di Stato di Siracusa Sezione di Noto

Se leggere questo luogo tra le cose da vedere a Noto vi rende perplessi vi ricrederete. E’ un luogo magico. Entrarvi è come fare un tuffo nel passato. Regala l’emozione di vedere, come fossero scritti oggi, i documenti conservati che narrano la vita e le vicissitudini dei netini, degli abitanti della “Città Ingegnosa” intorno al 1500-1700. Preziosi volumi raccolgono manoscritti con accordi, atti di vendita, consuetudini in voga all’epoca, e scelte politiche che influenzarono il futuro di Noto e non solo. La gentilezza del personale dell’Archivio storico di Noto fa da cornice ed accompagna in questo viaggio nel tempoE tutto gratis! Per sapere gli orari di apertura rimandiamo al sito ufficiale.

7)Il Museo Civico di Noto

Corso Vitt. Emanuele, 149 il Museo civico di Noto è composto da due sezioni: la prima, archeologica, raggruppa reperti ritrovati negli scavi dell’ antico sito di Noto ma anche dell’antica cittadela greca di Eloro oggi purtroppo preda di sciacallaggio archeologico; l’altra, artistica, è di fatto la Galleria d’arte contemporanea E.E. Pirrone, realizzata grazie alla donazione delle opere dello scultore Giuseppe Pirrone, riconosciuto artisticamente a livello nazionale. Si possono ammirare sculture a tutto tondo, rilievi e medaglie prodotte in vari materiali che vanno dalla terracotta all’oro.

8) Vendìcari, Cittadella dei Maccari ed il tempio greco di S. Lorenzo Vecchio

Percorrenza itinerario km.15. Durata della visita 3 ore. Riserva Naturale sin dal 1984. E’ una meravigliosa oasi faunistica e avicola, per uccelli migratori. Si possono ammirare molteplici esemplari di animali, come i fenicotteri, gli aironi, i cavalieri d’Italia, i gabbiani, le cicogne, ma anche i pettirossi, i corvi, le tortore, ecc. Nell’oasi vivono anche volpi, lepri, conigli e ghiri. Germogliano la palma nana, il finocchio di mare, il rosmarino, la ginestra, l’oleandro, il mirto e il gelso. La ricchezza faunistica e botanica da 18 anni ha posto l’area in un vasto programma di studi da parte di esperti delle Università di Catania e di Messina. Consigliamo la visita al sito riserva-vendicari.it (non istituzionale) che raccoglie molte foto e descrizioni dettagliati delle meraviglie che si trovano all’interno della Riserva.

10) La Villa Romana del Tellaro

Poco distante dalla suddetta Vendìcari, in contrada Caddeddi, si trova la Villa Romana del Tellaro (IV secolo), pregevole per i mosaici pavimentali (forse appartenuta ad un latifondista o ad un senatore romano). Per gli esperti sono i pavimenti musivi più belli e d’Italia. Sono divisi in vari registri musivi, che rappresentano scene di caccia, il riscatto del corpo di Ettore ed altri temi. La datazione della Villa è legata al rinvenimento di monete di Imperatori Romani del IV sec. d.C. La Villa probabilmente aveva una superficie di circa 5 mila mq. fu distrutta da un incendio, com’è stato possibile arguire dall’esame delle assise di base del fabbricato ottocentesco. Per effettuare una visita consultare le indicazioni di apertura sul sito della Villa Romana